L’Acufene è il termine medico per la percezione del suono in una o entrambe le orecchie, o nella testa.

Quando non sono presenti stimoli sonori esterni. È spesso definito come "un ronzio nelle orecchie", anche se alcune persone sentono sibili, ruggiti, fischi, cinguettii o dei clic. L’acufene può essere intermittente o costante con toni singoli o multipli, e il volume con cui si percepisce può variare da un suono leggero o arrivare a essere assordante.
Associazione Americana sull’Acufene (ATA).

Cos’è

Nessun altro lo sente... eppure tu lo senti di continuo. È simile a un ronzio, un fischio, un suono costante, un sibilo o qualsiasi altro rumore irritante e tu lo hai costantemente nelle orecchie.
Se soffri di acufene, non hai una malattia in sé, ma vivi in prima persona un sintomo che ha origini diverse. Sono suoni generati dal sistema nervoso, o dal tuo cervello.

Quando è presente un deficit uditivo, il cervello a volte compensa eccessivamente, creando un suo "rumore di fondo". La maggior parte delle persone che soffrono di acufene ha qualche forma di ipoacusia, associata ai nervi coinvolti nel processo uditivo.

Secondo il National Institute on Deafness quasi il 12 per cento degli uomini che sono 65 a 74 anni di età sono affetti da tinnito o acufene. L'acufene è identificato più frequentemente negli individui bianchi, e la prevalenza del tinnito o acufene in Italia  è quasi due volte più frequente nel Sud come nel Nord-Est.

Sintomi

Spesso l’acufene viene definito “ronzio nelle orecchie”, ma alcune persone percepiscono rumori come:

  • sibili
  • rombi
  • fischi
  • stridori
  • tintinnii
  • ronzii
  • fruscii
  • crepitii
  • soffi
  • pulsazioni

L’acufene può essere intermittente oppure costante, può generare un rumore unico oppure diversi rumori e il suo volume può variare da appena percettibile a estremamente alto.
Il suono è talvolta accompagnato da perdita dell'udito e vertigini in una sindrome nota come malattia di Meniere.

Cause psico-fisiche

La causa fisiologica dell’acufene è tuttora sconosciuta: forse non si tratta di una causa unica, ma di una combinazione di diversi fattori. Tra le diverse cause probabili,in grado di scatenare o peggiorare l’acufene individuiamo:

Problemi di udito provocati dal rumore. L’esposizione a rumori molto forti può danneggiare e persino distruggere le cellule dotate di filamenti (le cellule ciliate) che si trovano nell’orecchio interno. Una volta danneggiate le cellule ciliate non possono essere ricostruite o sostituite. I problemi di udito possono anche essere causati dall’eccessiva esposizione al rumore, forse è solo una coincidenza ma fino al 90 per cento dei pazienti affetti da acufene manifesta problemi di udito di gravità variabile.
Accumulo di cerume nel condotto uditivo. La quantità di cerume prodotta dalle orecchie varia da persona a persona. A volte si produce una quantità di cerume tale da compromettere l’udito o da far sembrare più forte l’acufene; se vi accorgete di un eccesso di cerume chiedete al vostro medico di famiglia di farvelo togliere manualmente: quest’operazione non può essere effettuata con un semplice cotton fioc, ma deve essere eseguita da un otorinolaringoiatra (medico specialista che si occupa delle orecchie, del naso e della gola) o dal medico stesso.
Alcuni farmaci. Alcuni farmaci sono ototossici, cioè tossici per l’orecchio. Altri farmaci, invece, provocano l’acufene come effetto collaterale, senza danneggiare l’orecchio interno. Gli effetti collaterali, che possono dipendere dal dosaggio del farmaco, possono essere temporanei oppure permanenti. Prima di assumere un qualsiasi farmaco, assicuratevi che il medico che ve lo prescrive sappia che soffrite di acufene e informatevi sulle terapie alternative che potrebbero essere adatte nel vostro caso.
Infezioni dell’orecchio o sinusite. Molte persone, compresi i bambini, possono soffrire di acufene durante un’infezione dell’orecchio o una sinusite. Una volta curata l’infezione, di solito l’acufene diminuisce fino a scomparire gradualmente.
Disordini temporo-mandibolari. Alcune persone hanno i muscoli o le articolazioni della mascella non correttamente allineate: questo non provoca soltanto l’acufene, ma può anche influire negativamente sui muscoli e sui nervi cranici e sulle strutture incaricate di ammortizzare i colpi, che si trovano all’interno dell’articolazione della mascella. Molti dentisti sono specializzati nella cura dei disordini temporo-mandibolari e mascellari e potranno consigliarvi efficacemente nella scelta della terapia.
Malattie cardiovascolari. Circa il tre per cento delle persone affette da acufene soffre di acufene pulsante: di solito in questo caso si avverte una pulsazione ritmica, che spesso va a tempo con il battito cardiaco. L’acufene pulsante può indicare la presenza di una malattia cardiovascolare (cioè di una compromissione del normale flusso sanguigno nelle vene e nelle arterie), come ad esempio soffio al cuore, ipertensione o arteriosclerosi (indurimento della parete esterna delle arterie).
Alcuni tipi di tumore. Succede molto raramente, ma a volte si può essere affetti da un tumore benigno che cresce lentamente nei nervi acustici, vestibolari o facciali. Questi tumori possono causare: acufene, sordità, paralisi facciale e problemi di equilibrio.
Traumi alla testa e al collo. Anche i traumi alla testa e al collo possono provocare l’acufene. Tra gli altri sintomi troviamo: mal di testa, vertigini e amnesie.

Uno studio piuttosto recente pubblicato sulla rivista scientifica Occupational and Environmental Medicine ipotizza un collegamento fra l’uso del cellulare ed un’aumentata probabilità di sviluppare acufene: in particolare i ricercatori sono giunti alla conclusione che le persone che hanno utilizzato il cellulare per una media di dieci minuti al giorno hanno il 70 per cento di probabilità in piu’ di sviluppare il disturbo. La causa di questo sensibile aumento del rischio sarebbe l’energia prodotta dalle microonde dei cellulari.
Lo stress può determinare l’insorgenza di alcuni tipi di acufene soprattutto quelli associati a vertigini, perché determina la produzione dell’ormone antidiuretico, che permette il regolamento dei liquidi in sito.

Come risconoscerlo

In determinate situazioni (per esempio una stanza con silenzio assoluto), il 95% delle persone over 40 avverte sensazioni uditive anomale come ronzii, fischi ecc. Si parla di acufeni quando il soggetto ritiene decisamente fastidiosi questi rumori. Il problema però riguarda soprattutto le persone ansiose, gli ipocondriaci, coloro che soffrono di squilibri vari; in questi soggetti la soglia d’innesco del tinnito è particolarmente bassa; di fatto, coloro che sono intolleranti a ogni fastidio diventano alla lunga incapaci di gestire i rumori di fondo della chiocciola. I soggetti equilibrati, al contrario, nel normale background quotidiano, non sentono nulla.
Come intervenire da soli

  • Non farsi prendere dal panico. Il fischio all’orecchio solitamente non è un sintomo di una grave situazione medica
  • Il suono che senti potrebbe essere in realtà un suono normale creato da funzioni del corpo umano
  • Vai da un audiologo o otorino psicosomatico con esperienza e interessi nel trattamento degli acufeni
  • Rivedi i farmaci che stai assumendo (sia quelli prescritti che quelli senza ricetta, e anche vitamine o altri integratori) con il medico per scoprire possibili cause del ronzio
  • Cerca di capire e tener traccia di quali sono i fenomeni che scatenano il fischio all’orecchio

Cosa fare per prevenire

Evitare:

  • Alcol ed eccessivo consumo di bevande gassate
  • Fumo perché la nicotina restringe i vasi sanguigni che portano ossigeno alle cellule sensoriali delle orecchie
  • Farmaci alte dosi di aspirina e FANS
  • Sale, perchèl’ipertensione può aumentare i sintomi dell’acufene
  • Caffeina
  • Rumori forti
  • Stress:il superamento delle difficoltà della vita possono avere effetti su tutto il corpo udito compreso

La psicodiagnosi e il tipo d’intervento più efficace

Sappiamo dalle recenti scoperte in ambito scientifico come il Sistema nervoso centrale (SNC) anche nell’adulto sia in grado di riarrangiamenti plastici, e si ritiene che l’insorgenza dell’acufene derivi proprio dalla risposta di riorganizzazione del SNC all’alterazione del sistema periferico. Il fenomeno acustico sarebbe quindi risultante di una forma di adattamento.
Le aree cerebrali coinvolte nel fenomeno possono essere sia quelle uditive, che quelle ‘non uditive’ che regolano gli aspetti emotivi della vita di relazione (sistema limbico) e della ‘reazione d’allarme’ (sistema autonomo) dell’individuo, anche se la loro implicazione non è sempre dimostrabile.
Nonostante sia un fenomeno molto diffuso, l’acufene è generalmente poco conosciuto così risulta arduo comprendere il disagio di chi si trova a convivere con questo antipatico rumore.
Si tratta infatti di un elemento che compare non invitato nella vita di chi lo possiede, e talvolta viene ignorato, talvolta no.
In quest’ultimo caso si instaura un vero e proprio rapporto con esso che, in genere, non è tra i migliori, e determina a lungo andare effetti che per tipo e portata richiamano lo stress cronico.
Il fatto che qui vengano sottolineati gli aspetti affettivo – emotivi dell’acufene è per rimarcare come in effetti il problema spesso non è nella presenza del tinnitus in sé, ma nelle ripercussioni che provoca a livello psicologico.
Non a caso infatti i farmaci ipnotico-sedativi, la melatonina e gli antidepressivi triciclici sono ancora considerati i più efficaci nel miglioramento della gestione del sintomo, insieme a trattamenti quali ipnosi, biofeedback, tecniche di rilassamento e psicoterapia.